Si dice che il #coaching faccia bene un po' a tutti ed è piuttosto evidente: chi infatti non vorrebbe avere un supporter, il coach, sempre pronto a sostenerti?
Ottenere maggiore chiarezza sui propri obiettivi? Accrescere la fiducia in se stessi e nelle proprie azioni e vedere la propria vita da una prospettiva diversa, così da ottenere folgoranti intuizioni ed una rinnovata motivazione?
Diverso può essere però l'approccio nel prestare questo servizio. A seconda, infatti, delle esigenze del cliente, della sua personalità o dei suoi obiettivi, il coach può scegliere di condurre le sessioni pacatamente o in un modo più stimolante, sfidante. Quest'ultima modalità non è però per tutti: a volte lo si chiama "deep dive coaching", ovvero coaching "in profondità", alludendo alle immersioni subacquee...Eh sì, ci vuole un po' di coraggio ad immergersi così in fondo, dentro se stessi!
È adatto a quelle persone che, seppur eccellendo nella propria vita professionale o personale, si trovino ad un certo punto "ingranate" o spaesate: di fronte a nuovi obiettivi o ad alcuni imprevisti, non riescono a fare quel passo ulteriore, mantenere lo stesso livello elevato di prestazione.
Come qualsiasi altra persona, a causa di circostanze esterne o interne, possono infatti perdere il focus e non riuscire più a mantenere il passo rispetto al loro standard.
Spesso poi, per il ruolo che ricoprono, la posizione o esposizione sociale che hanno o per il loro temperamento, non riescono ad ottenere, da chi li circonda, un feedback sincero o semplicemente efficace sulla loro azione. Sarà forse per timore reverenziale o semplice piaggeria, per normale timidezza o perché, obiettivamente, è difficile dare un riscontro agli altri senza apparire critici. E a nessuno, si sa, piace ricevere critiche...
Ecco invece che, quando il #feedback sgorga da loro stessi, dal loro io più profondo, in risposta alle loro domande riflesse dal coach, e sono in grado di tradurlo in azioni efficaci, questi #highperformer sono più disponibili ad accettare quegli insight e ad incamminarsi fiduciosi sulla strada del cambiamento.
E' questo il coaching che preferisco: un processo creativo che stimola nella persona la riflessione, l'autovalutazione, la scoperta del sé più intimo; che instaura necessariamente un rapporto di fiducia ancor più solido tra le parti e che, svoltosi con successo, reca con sé sempre una relazione umana di indubbio valore e reciproco potenziamento.
Un processo che innesca una crescita personale esponenziale: perché chi è già abituato a ottimi risultati è poi capace di trasformare anche un piccolo cambiamento positivo in una cascata di conseguenze favorevoli impattante su ogni ambito della propria vita.
Pertanto pacato o sfidante che sia, il coaching si dimostra sempre uno strumento di sviluppo atto a coinvolgere ed arricchire profondamente le persone che ne beneficiano e oltre a queste ultime, in definitiva, finanche l'ambiente in cui esse realizzano il loro cambiamento.