In questo post vorrei cominciare ad affrontare invece, più approfonditamente, il tema del coaching in azienda. Si parla di Corporate Coaching quando è appunto l'azienda a ingaggiare il coach in un progetto di sviluppo che coinvolga il proprio personale.
Se ad essere coinvolti in tale progetto sono gli alti dirigenti dell'azienda (Presidente, Vice Presidente, AD, CxO/Direttori ecc..) si parla invece, più precisamente, di Executive Coaching.
Gli obiettivi che si possono voler perseguire, con tale tipo di intervento di sviluppo, sono molteplici: ad esempio, sviluppare la collaborazione all'interno di un team o tra gruppi di lavoro; incrementare la leadership di capi funzione o manager affinché ne beneficino, in cascata, anche i loro collaboratori, i colleghi, nonché l'organizzazione tutta, sia in termini di miglioramento delle prestazioni sia di produttività, e con prevedibili riflessi anche sul clima aziendale.
Si potrebbe inoltre voler gestire un importante cambiamento organizzativo fortemente impattante sul management e sui dipendenti (fusioni, acquisizioni, riduzione del personale, licenziamenti collettivi/outplacement ecc...) o un cambiamento generazionale, nelle aziende di tipo familiare. O, più semplicemente, migliorare i risultati economici, intervenendo sull'efficienza commerciale e sulla comunicazione interna/esterna.
Qualunque sia l'obiettivo perseguito o il tipo di coachee coinvolto nel processo (dipendente/manager/dirigente), e per quanto le aziende si attendano sempre un ROI (Return of Investment - ritorno sull'investimento) in merito all'intervento di sviluppo effettuato, la priorità assoluta, secondo i coach esperti, non dev'essere il miglioramento delle prestazioni aziendali, comunque atteso, ma lo sviluppo delle Persone e il loro benessere.
Qualunque sia l'obiettivo perseguito o il tipo di coachee coinvolto nel processo (dipendente/manager/dirigente), e per quanto le aziende si attendano sempre un ROI (Return of Investment - ritorno sull'investimento) in merito all'intervento di sviluppo effettuato, la priorità assoluta, secondo i coach esperti, non dev'essere il miglioramento delle prestazioni aziendali, comunque atteso, ma lo sviluppo delle Persone e il loro benessere.
Se infatti il Corporate o l'Executive Coach sicuramente, per svolgere al meglio il loro lavoro, devono conoscere come funziona un'organizzazione aziendale ed aver maturato esperienza in ambienti organizzativi complessi, l'obiettivo primario della loro attività rimane quello di agire come facilitatore/catalizzatore del cambiamento nel coachee, cambiamento che implica l'efficacia personale e l'interazione con gli altri. In ultima analisi, dunque, l'azione sulla Persona determina, auspicabilmente, miglioramenti nelle sue prestazioni e, di conseguenza, miglioramenti nelle attività di team e sviluppi positivi nell'organizzazione tutta.
E il business cresce, nel medio-lungo periodo, in maniera apprezzabile e misurabile.
C'è poi, a ben vedere, un ulteriore implicito arricchimento per l'azienda che adotti, saggiamente, questo strumento: la risorsa che riceva il coaching come "benefit", vale a dire come un'occasione di crescita personale, è portata a sviluppare, nel tempo, un maggior livello di fiducia verso l'organizzazione per cui lavora, rimanendone così legata a lungo e produttivamente... questo sì che è ROI!
Concludendo: il corporate coach e l'executive coach, come qualsiasi altro coach che si rispetti, concentrano la loro azione maieutica sulle persone e il loro sviluppo, ma il miglioramento che tali persone traggono dal coaching si riflette in seguito, percettibilmente, sui risultati aziendali.
Vedremo, prossimamente, come il corporate coach viene introdotto all'interno dell'organizzazione aziendale e, in particolare, come occorra gestire i rapporti tra responsabile Risorse Umane - dipendente/Dirigente - coach.
Se l'argomento vi interessa e volete promuovere il corporate coaching nella vostra azienda, scrivetemi: segreteria@colombinicoaching.it - a.colombini@colombinicoaching.it
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